Confronto tra obiettivi 50mm su mirrorless full frame Canon EOS RP

Versione 1.1 - 20211129


50mm è la focale "classica" per il fotogramma 24x36mm; restituisce quella che è considerata la prospettiva "naturale" della scena, vicina a quella sperimentabile ad occhio nudo. È anche una focale di realizzazione relativamente semplice, grazie alle dimensioni "nella media" delle parti ottiche e meccaniche.

Nel tempo si sono affermati schemi ottici diversi tra loro; negli ultimi 50 anni, comunque, uno dei più diffusi è stato il cosiddetto "doppio Gauss", sia pure con variazioni anche significative.

Trovandomi in casa diversi "cinquantini" di vari periodi, marche e tipologia, ho deciso di confrontarli sfruttando la versatilità di una fotocamera mirrorless full frame: la Canon EOS RP, con sensore da 26 megapixel. La ridotta distanza tra flangia e sensore (circa 20mm) di questa digitale permette di montare, con opportuni adattatori, sia obiettivi nati per fotocamere reflex (progettati quindi con ampia distanza posteriore) che obiettivi per fotocamere non reflex, caratterizzati da un ridotto tiraggio.

Andiamo a conoscere i nostri concorrenti, tutti riconducibili, chi più chi meno, al suddetto schema doppio Gauss:


Marca Modello Tipo Innesto Apertura Schema Dimensioni totali mm (diametro x lunghezza) Peso g
Anno
Canon EF 50 f/1.4 USM Reflex Canon EF 1.4 7 elementi in 6 gruppi; 2 elementi a bassa dispersione 74x60 290 1993
Leitz Summicron 50 Telemetro Leica M 2.0 6 elementi in 4 gruppi 50x53 195 1979
Nikon 50 f/1.4 AI Reflex Nikon F 1.4 7 elementi in 6 gruppi 53x49 255 1977
Voigtlander Nokton 50 f/1.5 Aspherical
Telemetro Leica vite 39x1 1.5 6 elementi in 5 gruppi; 1 elemento asferico 56x51 243 1999


Le lunghezze riportate sono quelle effettivamente misurate, dall'estremità posteriore a quella anteriore (non quindi, della sola parte che sporge dal corpo macchina), senza paraluce e con la messa a fuoco all'infinito.
È utile aggiungere che, nell'ottica dell'impiego su una fotocamera mirrorless, gli obiettivi pensati per reflex risultano alla fine molto più ingombranti una volta montati sul relativo adattatore: gli adattatori per Nikon F e Canon EF sono infatti ben più lunghi di quelli per Leica M.

Condizioni della prova

Ho fotografato un gruppo di 3 mire ottiche 20x30cm fissate a una parete, all'aperto, in modo da ottenere una distanza di ripresa di circa 3 metri.

Va notato che spesso, nelle prove che si trovano online, le distanze di ripresa utilizzate sono molto inferiori. Si fa per comodità: i recensori possono così predisporre un set fisso e sempre uguale, in studio, su una parete di piccole dimensioni facile da illuminare in modo uniforme.
Tuttavia, le prestazioni di un obiettivo variano con la distanza. Alcuni obiettivi hanno prestazioni ottimizzate per brevi distanze (come gli obiettivi macro), ma la maggior parte degli obiettivi danno il meglio a distanze medio-grandi, mentre non compensano bene l'aberrazione sferica a breve distanza. Per inciso, i grafici MTF pubblicati dai costruttori sono tipicamente per fuoco all'infinito. Personalmente, quindi, trovo più corretto posizionare le mire ad una certa distanza dalla macchina, con le scomodità di allestimento che ne conseguono.

Le mire ottiche sono poste in corrispondenza del centro del fotogramma, del bordo sinistro (leggermente all'interno) e del bordo destro (all'estremità).
Ho scelto un giorno con cielo coperto in modo da evitare problemi di illuminazione; la prova si è svolta nell'arco di pochi minuti, per mantenere costanti le condizioni di luce.

Fotocamera posta su robusto cavalletto, otturatore con prima tendina elettronica (EFCS) per ridurre le vibrazioni, sensibilità ISO a 100, autoscatto per smorzare le vibrazioni introdotte dalla pressione del pulsante.

Per adattare i vari innesti alla baionetta Canon RF ho utilizzato adattatori Urth (precedentemente conosciuti come Gobe), che ho trovato belli, validi e con un buon rapporto qualità/prezzo.

La messa a fuoco è avvenuta manualmente, sulla mira ottica di centro, sfruttando l'ingrandimento 10x della Canon RP. Ho rifocheggiato ogni scatto all'apertura di lavoro per eliminare eventuali effetti di focus shift; tranne probabilmente con il Canon EF 50/1.4 USM, che essendo controllato nativamente dalla fotocamera rimane verosimilmente sempre a tutta apertura: non dispone di pulsante di chiusura diaframma.

I file Raw così ottenuti sono stati convertiti con RawTherapee v5.8 sempre allo stesso modo, selezionando l'algoritmo AMaZE e senza applicare né profili di correzione per gli obiettivi né correzioni a contrasto, saturazione o nitidezza: tutto "piatto".
I TIFF 16 bit/canale così ottenuti sono stati poi visualizzati con Adobe Photoshop applicando solo un passaggio di sharpening uguale per tutti ("Smart Sharpen" con intensità 80 e raggio 0.3).

Gli obiettivi sono stati provati a tutta apertura e poi via via fino a f/5.6: diaframmi più chiusi non erano interessanti per il tipo di prova, dato che la nitidezza di picco verrebbe già compromessa dalla diffrazione livellando i risultati.

Una importante considerazione: la Canon EOS RP, a causa delle caratteristiche del suo sensore (filtro ottico di spessore accentuato), penalizza decisamente gli obiettivi non telecentrici; ovvero quelli con pupilla di uscita vicina al sensore stesso.
Questo svantaggia in modo particolare la resa ai bordi degli obiettivi con ridotta distanza retrofocale come quelli per macchine non-reflex: nel nostro caso, il Voigtlander Nokton 50/1.5 Aspherical e il Leitz Summicron-M 50.

Risultati

Le immagini qui presentate (tranne per le prove di sfocato) sono porzioni a livello di singoli pixel, quindi al 100%. Sono salvate con compressione minima e senza sottocampionamento cromatico, per preservarne il più possibile la qualità tecnica.

Iniziamo il confronto a f/1.4 (f/1.5 per il Voigtlander Nokton 50/1.5)

Partiamo dal centro del fotogramma:

Intanto è apprezzabile come, almeno nella parte centrale del fotogramma, tutti e tre gli obiettivi, anche a tutta apertura, superino la capacità risolvente del sensore Canon da 26 megapixel: si nota dall'aliasing (effetto Moiré) sui pattern più piccoli.

Canon EF 50/1.4: la risolvenza è buona, discreto il contrasto. Si notano comunque gli aloni dovuti all'aberrazione sferica, che riduce il microcontrasto. Presente, ma non eccessiva, l'aberrazione cromatica longitudinale che colora di viola i bordi ad alto contrasto.
Nikon F 50/1.4 AI: buona risolvenza, anche leggermente superiore al Canon; discreto il contrasto. Qui l'aberrazione sferica è più marcata: i contorni sono più sfumati. Nettamente maggiore anche l'aberrazione cromatica longitudinale, che diventa fastidiosa.
Voigtlander Nokton 50/1.5: ottima prestazione. Ottima risolvenza, ampiamente migliore degli altri due (si noti il testo "Scritta corpo 8"), discreto contrasto, buon microcontrasto. Evidente la forte riduzione di aberrazione sferica, grazie appunto all'uso di un elemento asferico. Rimane una certa aberrazione cromatica longitudinale, non eccessiva.

La mia personale classifica:

1. Voigtlander, con un certo margine
2. Canon
3. Nikon


Vediamo ora il comportamento ai bordi.

Lato sinistro (leggermente all'interno del margine):

Lato destro (proprio al margine del fotogramma):

Si notano alcune asimmetrie destra/sinistra, causate da decentramenti dei gruppi ottici; specie nel Nikon, che esibisce un lato sinistro nettamente migliore del destro. Si tratta, d'altra parte, di un obiettivo con molti anni sulle spalle.

Ai bordi il Voigtlander Nokton cala nettamente rispetto alle eccellenti prestazioni al centro del fotogramma, mentre il Canon mostra un decadimento più contenuto. La risolvenza rimane più o meno accettabile per tutti gli obiettivi, ma il contrasto cala vistosamente e si nota una coma piuttosto pronunciata, specie per il Nokton. Visibile anche l'astigmatismo, più pronunciato per Canon e Nikon, nonché un deciso calo di luminosità.

La mia personale classifica:

1. Canon
2. Nikon
3. Voigtlander


Chiudiamo l'apertura a f/2; a questo punto il Summicron 50 IV può unirsi al confronto.

Centro del fotogramma:

Tutti gli obiettivi si comportano molto bene, superando la capacità del sensore. Il Voigtlander Nokton 50/1.5 Aspherical si merita comunque il primo posto nella mia personale classifica.

Passiamo ai bordi.

Lato sinistro:

Lato destro:

Si ripete la storia vista a f/1.4 con un forte calo di prestazioni, più accentuato nel Voigtlander. Il potere risolvente sarebbe anche buono, ma tutti gli obiettivi esibiscono un deciso peggioramento di micro e macro contrasto e di luminosità.

Tempo di chiudere ancora, a f/2.8.
Centro del fotogramma:

Ottime prestazioni per tutti. Eventuali minuscole differenze di nitidezza, a questi livelli, possono anche essere dovute a piccoli errori nella messa a fuoco manuale. Il Canon, comunque, esibisce un migliore contrasto complessivo guadagnandosi il primo posto della mia classifica.

Vediamo ora i bordi.
Lato sinistro:

Lato destro:

Il Canon migliora nettamente, con buone prestazioni anche ai bordi. Il Nikon, curiosamente, inverte il comportamento visto fin qui, con il lato destro stavolta migliore del sinistro. Il Voigtlander Nokton si conferma obiettivo "da centro fotogramma", con bordi meno convincenti, mentre il Leitz Summicron mantiene la sua buona uniformità tra centro e bordi, con risolvenza molto elevata ma micro e macro contrasto non brillanti e astigmatismo abbastanza visibile.
Ricordiamo sempre, però, che i due obiettivi non-reflex potrebbero essere penalizzati ai bordi dal sensore Canon: sarà interessanti riprovarli su una mirrorless full-frame con filtro più sottile.

Andiamo a f/4.
Centro:

Già da f/2.8 non c'è molto da dire sulle prestazioni al centro del fotogramma: tutti gli obiettivi risolvono più di quanto il sensore riesca a registrare, per cui le prestazioni sono livellate dalla fotocamera. Un po' più brillanti, grazie al miglior contrasto, Canon e Nikon.

Analizziamo i bordi.
Lato sinistro:

Lato destro:

Continua la strana asimmetria del Nikon, che da f/2.8 ha invertito il lato migliore (dal sinistro al destro). Anche il Voigtlander, ora che i bordi sono più nitidi, mostra un lato sinistro un po' peggiore. Ottime prestazioni e buona simmetria del Canon, il migliore del gruppo. Complessivamente buono il Leitz Summicron, con un lato sinistro ottimo e un lato destro un pochino peggiore.

Chiudiamo ancora a f/5.6, per l'ultimo confronto.
Centro:

Una superlativa dimostrazione di nitidezza da tutti gli obiettivi. Sarà interessante provarli nuovamente con più megapixel a disposizione.

Ora i bordi.
Lato sinistro:

Lato destro:

Un po' tutti gli obiettivi migliorano ai bordi chiudendo ancora a f/5.6; rimane il problema sul lato sinistro per il Nikon. Sul Canon il miglioramento si vede meno, semplicemente perché era già ottimo a f/4.

Finora abbiamo parlato di nitidezza; ma sappiamo che un obiettivo non si sceglie solo per quello. Per certe applicazioni, la resa dello sfocato ("bokeh") è altrettanto importante, se non ancora più importante, di nitidezza e contrasto.
Andiamo quindi a vedere come i nostri obiettivi rendono uno sfondo fuori fuoco. Per livellare il campo, si è scelto il diaframma f/2.

Questo primo set di immagini mostra la scena complessiva, quindi a un basso livello di ingrandimento:

Ecco invece l'ingrandimento di un particolare dello sfondo:

Premessa: sullo sfocato, i pareri sono (quasi necessariamente!) soggettivi. Ognuno potrà costruirsi il proprio personale giudizio secondo le proprie preferenze, esaminando le immagini presentate.
Quelli che seguono sono quindi i miei pareri personali.

Sulla resa dello sfocato in sé, la mia preferenza va al Voigtlander Nokton 50/1.5: è tutto molto morbido e armonico, senza bordi evidenti o colorazioni. Nel complesso però, preferisco la resa del Nikon 50/1.4 AI perché, grazie al maggiore contrasto, "stacca" maggiormente il soggetto a fuoco in primo piano dallo sfondo. Non mi piace la resa del Canon 50/1.4 USM per via dei bordi più evidenti e della visibile aberrazione cromatica longitudinale, che crea un bordo verde attorno allo schienale della sedia; non mi piace neppure il bokeh del Summicron 50, perché lo sfondo rimane troppo presente e si notano in modo fastidioso i contorni dei riflessi puntiformi.

Conclusioni

Direi che questo semplice confronto, con tutti i suoi limiti, abbia evidenziato alcuni punti interessanti.
Anzitutto: al centro del fotogramma, già da f/2, tutti questi obiettivi (pur anzianotti!) hanno messo in crisi la capacità risolvente del sensore. Dove mostrano l'età è ai bordi: per avere buone prestazioni dobbiamo arrivare almeno a f/4.

Inoltre, ogni obiettivo ha mostrato una sua personalità, o quantomeno delle caratteristiche che non lo rendono banalmente sovrapponibile agli altri e che possono farlo preferire per determinate situazioni di scatto.

Infine le mie considerazioni, del tutto personali, sui vari obiettivi provati.

Canon EF 50/1.4 USM
Equilibrista.
I suoi punti di forza sono nitidezza e contrasto sull'intero fotogramma, a partire da f/2.8. Riesce ad essere utile un po' in tutte le situazioni: il classico obiettivo che, pur non svettando in nessuna materia, fa sempre comodo avere in borsa.
I suoi principali punti deboli sono l'ingombro (è il più grosso tra gli obiettivi provati), lo sfocato non del tutto piacevole e la distorsione a barilotto, piuttosto accentuata. Ma a questo riguardo è, purtroppo, in buona compagnia.
È l'unico obiettivo autofocus del gruppo; questo sulla Canon EOS RP ha il vantaggio di offrire una messa a fuoco automatica precisa, veloce e silenziosa, grazie all'adattatore nativo Canon. Dall'altra parte, però, la messa a fuoco manuale è meno diretta degli altri, con un certo ritardo di risposta e uno scarso feedback nell'azione.

Nikon 50/1.4 AI
Vecchia volpe.
L'esemplare qui provato ha un problema di centraggio che ne ha penalizzato la nitidezza ai bordi. Tuttavia, nonostante sia il progetto più anziano tra quelli provati, sfodera notevoli prestazioni al centro del fotogramma. Ha un buon contrasto e uno sfocato piacevole.È inoltre molto compatto, cosa ancora più interessante tenendo conto della luminosità.
Peccato per l'aberrazione cromatica longitudinale, che lo penalizza parecchio alle maggiori aperture.

Voigtlander Nokton 50/1.5 Aspherical
Ritrattista.
Questo obiettivo dà tutto al centro: riesce a superare la risoluzione del sensore già a tutta apertura. Ha una resa morbida e vellutata, con uno sfocato omogeneo e pastoso. Questo lo rende particolarmente adatto ai ritratti a figura intera.
Purtroppo, anche considerando l'handicap imposto dalla Canon EOS RP, la resa ai bordi lascia un po' di amaro in bocca; non tanto per i valori assoluti quanto per la differenza rispetto al centro, che salta all'occhio nella vista d'insieme; a meno che, appunto, non lo usi per ritratti ambientati.
L'esemplare in prova sembra anche soffrire di un leggero decentramento, problema purtroppo più comune di quanto sarebbe desiderabile.

Leitz Summicron-M 50
Reporter.
La quarta versione del leggendario Summicron 50 riesce a fornire prestazioni di tutto rispetto in un corpo molto compatto. Compattezza che, ricordiamo, era uno dei vincoli di progetto e costituisce in generale una notevole limitazione alla libertà progettuale.
Il Summicron IV ha una risolvenza al centro molto alta già a tutta apertura, che è f/2 come in tutti i Summicron. Per "pulire" i bordi, almeno sulla mirrorless full-frame Canon, bisogna chiudere a f/4. Questo obiettivo non mostra un elevato microcontrasto e neppure un pronunciato contrasto generale; tuttavia ha dalla sua la sua compattezza, la qualità costruttiva e una peculiare capacità di immergere il soggetto nella scena, con una profondità di campo percepita maggiore dei concorrenti a parità di apertura.
Insomma, ottimo per il reportage e la fotografia rubata, guarda caso proprio la destinazione d'uso immaginata dai progettisti.
Soffre di un accentuato focus shift (il piano a fuoco si sposta indietro chiudendo il diaframma), per cui è importante focheggiare all'apertura effettiva di lavoro.