Confronto tra obiettivi 50mm su mirrorless full frame Canon EOS RP - parte 2

Versione 1.1 - 20211129


In precedenza abbiamo confrontato 4 obiettivi 50mm utilizzando come fotocamera la Canon EOS RP, full frame da 26 megapixel.
Ci ripetiamo con altri 4 obiettivi 50mm; anche questa volta avremo due obiettivi pensati per fotocamere reflex (quindi con ampio tiraggio) e due obiettivi a tiraggio ridotto, pensati per fotocamere a telemetro.

Eccoli, in ordine alfabetico:

Marca Modello Tipo Innesto Apertura Schema Dimensioni totali mm (diametro x lunghezza) Peso g
Anno
Leitz Summilux 50 (v2) Telemetro Leica M 1.4 7 elementi in 5 gruppi 49x52 301 1961
Sigma 50 f/1.4 DG HSM Art Reflex Canon EF 1.4 13 elementi in 8 gruppi; 1 elemento asferico, 3 elementi a bassa dispersione 82x105 815 2014
Voigtlander Nokton 50 f/1.1
Telemetro Leica M 1.1 7 elementi in 6 gruppi 68x63 428 2010
Zeiss Planar 50 f/1.7 MM Reflex Contax/Yashica 1.7 7 elementi in 6 gruppi 61x46 195 1984


Le lunghezze riportate sono quelle effettivamente misurate, dall'estremità posteriore a quella anteriore (non quindi, della sola parte che sporge dal corpo macchina), senza paraluce e con la messa a fuoco all'infinito.
Se queste ottiche vengono montate su una fotocamera mirrorless, bisogna aggiungere lunghezza e peso degli adattatori. A tal proposito, gli adattatori per obiettivi da reflex sono più lunghi di quelli per obiettivi pensati per macchine non-reflex.

Saltano subito all'occhio le scelte nettamente diverse adottate per i vari progetti ottici.
Il Summilux è il più piccolo di tutti, una compattezza particolarmente notevole considerata l'apertura. Lo Zeiss Planar segue a ruota, pur avendo il vantaggio della luminosità massima inferiore di mezzo diaframma. Il Voigtlander Nokton è un discreto barilotto, ma spingendosi a f/1.1 gli ingombri e il peso sono ampiamente perdonabili. Colpisce piuttosto il Sigma 50/1.4 Art: i progettisti non hanno certamente lesinato quanto a complessità, peso e ingombri. E' un obiettivo decisamente "importante", che si fa sentire sia sulla macchina che in borsa.

Chiaro quindi che per il Summilux, fedelmente all'impostazione di tutto il sistema Leica M, l'incospicuità e la portabilità siano stati parametri fondamentali e dirimenti; per il Sigma, al contrario, ci si è orientati decisamente alla ricerca di elevate prestazioni ottiche, senza troppi vincoli.

Condizioni della prova

Come nel confronto precedente, ho fotografato un gruppo di 3 mire ottiche 20x25cm fissate a una parete, all'aperto, in modo da ottenere una distanza di ripresa di circa 3 metri; le mire ottiche sono poste in corrispondenza del centro del fotogramma, del bordo sinistro (leggermente all'interno) e del bordo destro (all'estremità).
Ho scelto un giorno con cielo coperto in modo da evitare problemi di illuminazione; la prova si è svolta nell'arco di pochi minuti, per mantenere costanti le condizioni di luce.

Fotocamera posta su robusto cavalletto, otturatore con prima tendina elettronica (EFCS) per ridurre le vibrazioni, sensibilità ISO a 100, autoscatto per smorzare le vibrazioni introdotte dalla pressione del pulsante.

La messa a fuoco è avvenuta manualmente, sulla mira ottica di centro, sfruttando l'ingrandimento 10x della Canon RP. Ho rifocheggiato ogni scatto all'apertura di lavoro per eliminare eventuali effetti di focus shift; tranne probabilmente con il Sigma 50/1.4 Art, che essendo controllato nativamente dalla fotocamera rimane verosimilmente sempre a tutta apertura: non dispone di pulsante di chiusura diaframma.

I file Raw così ottenuti sono stati convertiti con RawTherapee v5.8 sempre allo stesso modo, selezionando l'algoritmo AMaZE e senza applicare né profili di correzione per gli obiettivi né correzioni a contrasto, saturazione o nitidezza: tutto "piatto".
I TIFF 16 bit/canale così ottenuti sono stati poi visualizzati con Adobe Photoshop applicando solo un passaggio di sharpening uguale per tutti ("Smart Sharpen" con intensità 80 e raggio 0.3).

Gli obiettivi sono stati provati a tutta apertura e poi via via fino a f/5.6: diaframmi più chiusi non erano interessanti per il tipo di prova, dato che la nitidezza di picco verrebbe già compromessa dalla diffrazione livellando i risultati.

Una importante considerazione: la Canon EOS RP, a causa delle caratteristiche del suo sensore (filtro ottico di spessore accentuato), penalizza decisamente gli obiettivi non telecentrici; ovvero quelli con pupilla di uscita vicina al sensore stesso. Questo svantaggia in modo particolare la resa ai bordi degli obiettivi con ridotta distanza retrofocale come quelli per macchine non-reflex: nel nostro caso, il Voigtlander Nokton 50/1.1 Aspherical e il Leitz Summilux-M 50.

Risultati

Le immagini qui presentate (tranne per le prove di sfocato) sono porzioni a livello di singoli pixel, quindi al 100%. Sono salvate con compressione minima e senza sottocampionamento cromatico, per preservarne il più possibile la qualità tecnica.
È possibile, in larga parte, comparare direttamente le immagini presentate qui con quelle della precedente puntata, per confrontare questi obiettivi con quelli provati in quell'occasione.

Questa volta abbiamo la rara opportunità di provare un obiettivo più luminoso di f/1.4; iniziamo quindi con il Voigtlander Nokton 50 f/1.1 a tutta apertura:

Nonostante l'apertura molto spinta e la rinuncia, a differenza del Nokton f/1.5 provato in precedenza, a qualsiasi elemento asferico il Nokton sfoggia una prestazione interessante a f/1.1.

Il centro del fotogramma mostra certamente un contrasto ridotto unito ad una visibile aberrazione cromatica longitudinale (bordi blu/viola); ma evidenzia anche una risolvenza sinceramente inaspettata considerata l'apertura. Come si vede dai pattern dal n.11 in poi, è presente un indiscutibile aliasing delle righe sia verticali che orizzontali, segno che si è superata la capacità risolvente del sensore. Notevole anche le leggibilità delle scritte più piccole. Un passaggio di sharpening più deciso (ricordiamo che qui usiamo sempre gli stessi valori per ogni immagine) permetterebbe senza dubbio di ottenere dettagli più che convicenti al centro del fotogramma.

Naturalmente salta all'occhio il calo di prestazioni ai margini del fotogramma; ma era difficile aspettarsi di meglio, considerando il tipo di obiettivo. Dobbiamo anche mettere in conto la già discussa penalizzazione, ai bordi, imputabile al filtro di notevole spessore posto davanti al sensore Canon.

Passiamo ora a f/1.4, dove possiamo confrontare tutti e quattro gli obiettivi. A tal proposito, abbiamo deciso di includere anche lo Zeiss Planar, nonostante la sua apertura massima sia f/1.7. Per completezza, ma anche perché i valori di esposizione ottenuti a f/1.7 sono uguali a quelli del Voigtlander Nokton e del Leitz Summilux a f/1.4...

Partiamo dal centro del fotogramma:

Prestazioni molto buone da parte di tutti gli obiettivi. A questi livelli, le eventuali differenze di nitidezza possono essere dovute a piccoli errori di messa a fuoco. Mi sembra doveroso evidenziare l'ottima resa del Summilux, peraltro perfettamente esente da aberrazione cromatica longitudinale, a 60 anni suonati dalla sua presentazione.

Verifichiamo il comportamento ai bordi:

Ai bordi il Summilux soffre; e se in parte può essere "colpa" del sensore Canon, in buona parte è un comportamento noto, da obiettivo con una caratterizzazione precisa verso il reportage con luce scarsa. In casa Leica, chi cerca buone prestazioni su tutto il fotogramma si orienta notoriamente sui Summicron.
Il Nokton va un po' meglio, ma il calo rispetto al centro è comunque vistoso.
Non male il Planar 1.7, aiutato anche dal mezzo diaframma di chiusura in più.
Meglio di tutti fa il Sigma 50/1.4 Art, che nonostante un po' di astigmatismo offre buona nitidezza e contrasto già accettabile; davvero una buona prestazione sull'intero fotogramma già a tutta apertura.
Il Sigma, tra l'altro, ha una distorsione molto contenuta; cosa che non si può dire degli altri tre obiettivi.

Chiudiamo a f/2.

Centro del fotogramma:

Tutti gli obiettivi sfoggiano una eccellente risolvenza e un buon macro e micro contrasto, leggermente inferiore in Summilux e Planar.
Il Planar mostra ancora una certa aberrazione cromatica longitudinale, che colora di blu/viola i contorni ad alto contrasto.

I bordi:

La situazione migliora leggermente rispetto a quanto visto a f/1.4, ma lo scenario rimane simile: il Summilux ha bordi poco usabili, il Nokton va meglio ma rimane poco nitido, il Planar ha una discreta risolvenza ma basso contrasto, il Sigma Art è già ben usabile.

Passiamo a f/2.8.

Centro del fotogramma:

Non c'è molto da aggiungere a quanto commentato per f/2; tutti gli obiettivi hanno prestazioni superiori rispetto alla capacità di cattura del sensore da 26 megapixel della Canon RP, che dunque fa da collo di bottiglia.

Andiamo quindi ai bordi:

Il Summilux rimane lontano dall'essere leggibile. Migliora invece il Voigtlander Nokton, che possiamo considerare usabile anche ai bordi a questa apertura, come anche lo Zeiss Planar. Il Sigma Art, comunque, rimane nettamente migliore, con una nitidezza eccellente e una resa brillante.

Andiamo a f/4.

Centro del fotogramma:

Non potendo confrontare la nitidezza, livellata dal sensore, possiamo considerare la diversa resa cromatica degli obiettivi in esame. Le tonalità non vanno considerate in senso assoluto perché la fotocamera ha comunque eseguito un bilanciamento automatico del bianco; tuttavia si nota senz'altro una resa più bluastra da parte del Voigtlander Nokton f/1.1; al contrario, il Sigma 50 f/1.4 Art mostra una dominante più calda, con sfumatura magenta. Queste differenze sono imputabili ai diversi trattamenti antiriflesso e ovviamente possono facilmente essere bilanciate durante la conversione raw.

Spostiamoci sui bordi del fotogramma:

La situazione migliora per tutti, ma il Summilux rimane indietro e non fornisce una resa soddisfacente. Il Nokton è discreto, ma il Planar è un passo avanti, con una buona qualità sull'intero fotogramma. Il Sigma rimane il migliore del gruppo, ma la distanza con il Planar non è più così evidente.

Ultima analisi, a f/5.6.

Centro:

Niente da aggiungere a quanto già detto. Ci vorrebbero ben più di 26 megapixel per notare differenze di risolvenza.

Vediamo cosa succede ai bordi:

I bordi del Summilux non si "puliscono" neppure a f/5.6. Tutti gli altri obiettivi, invece, sono pienamente usabili a questa apertura, con Sigma Art e Zeiss Planar davanti al Nokton.


Andiamo ora a vedere come i quattro obiettivi rendono lo sfocato, regolando tutti su f/2.

Questo primo set di immagini mostra la scena complessiva, quindi a un basso livello di ingrandimento:

Ecco invece gli ingrandimenti di due particolari dello sfondo:



Come già detto in occasione del precedente confronto, sullo sfocato i pareri sono soggettivi: ognuno potrà costruirsi il proprio personale giudizio, secondo le proprie preferenze, esaminando le immagini presentate.

Tuttavia, credo sia difficile preferire la resa dello sfocato dello Zeiss Planar f/1.7: piuttosto "aspra" e invasiva.

Gli altri obiettivi hanno tutti uno sfocato piacevole; la mia personale preferenza va, di poco, al Sigma 50 f/1.4 Art, per l'assenza di contorni colorati e un bell'isolamento del soggetto.



Conclusioni

Anche da questo confronto penso si possano trarre spunti interessanti, e ce li dà sopratutto il Sigma 50 f/1.4 Art.
Finora abbiamo incontrato tutti obiettivi basati, pur con personalizzazioni varie, sul classico schema doppio Gauss; per approfondimenti al riguardo, si può consultare questo articolo su Effeunoequattro.net.
Vediamo gli schemi ottici dello Zeiss Planar 50 f/1.7 e del Voigtlander Nokton 50 f/1.1, ad esempio:



I richiami al suddetto doppio Gauss, attualizzato, sono evidenti.

Il Sigma 50 f/1.4 Art, tuttavia, adotta uno schema alquanto diverso:

Fa un po' pensare a due obiettivi posti uno di fronte all'altro, con uno schema simil-Planar nella parte posteriore.
Uno schema così complesso, come abbiamo visto, porta ottime prestazioni da un bordo all'altro anche ad ampie aperture; ma a che prezzo?
Non è tanto una questione di listino: tutto sommato il Sigma 50 f/1.4 Art non costa molto in rapporto alle ottime prestazioni che offre, trovandosi mediamente tra 650 e 750 euro. Ma dobbiamo portarci appresso un obiettivo che pesa oltre 800 grammi e occupa un volume di oltre 500 centimetri cubi.
Di fatto, dato che il peso e il volume che un fotografo può portarsi appresso ha un limite, possiamo immaginare che un obiettivo come il Sigma 50 Art richieda di rinunciare ad almeno un altro obiettivo.
Se il gioco valga la candela è questione personale del singolo, ma va notato come il mercato attuale non offra obiettivi di pari qualità con dimensioni e peso contenuti, magari rinunciando a uno stop di apertura.


Chiudo con le mie personali considerazioni sugli obiettivi provati.

Leitz Summilux 50 f/1.4 (v2)
Specialista.
Il decano del confronto (1961) ha la sua forza nella combinazione di compattezza, luminosità e nitidezza al centro del fotogramma.
Nasce per documentare, a mano libera e senza dare troppo nell'occhio. E si vede, nel bene e nel male: alla compattezza sacrifica la resa ai bordi. Ma in fondo, basta saperlo.
Colpisce comunque, a distanza di tutti questi anni dalla sua progettazione (e ne è passata di acqua sotto i ponti, tra software di raytracing e vetri sempre più sofisticati), la notevole resa al centro del fotogramma e l'assenza di aberrazione cromatica longitudinale: caratteristica davvero rara tra gli obiettivi così luminosi.

Voigtlander Nokton 50 f/1.1
Vede nel buio.
Quasi un diaframma più luminoso del classico "effe uno e quattro", il Nokton riesce comunque a fornire una resa al centro soddisfacente anche a tutta apertura.
A differenza del fratello minore provato nel confronto precedente (Nokton 50 f/1.5), e nonostante non adotti elementi asferici, questo modello raggiunge anche un'apprezzabile nitidezza ai bordi, a patto di chiudere a f/4.
Quindi un 50mm davvero molto luminoso, ma senza i difetti (peso, prestazioni e prezzo) che spesso si accompagnano a questo tipo di obiettivi. Non più in produzione, sostituito dal Nokton f/1.2 Aspherical.

Zeiss Planar 50 f/1.7
Picchia ben oltre la sua stazza.
Molto compatto, il Planar 50/1.7 è anche il più leggero del gruppo. Paga con una minore apertura massima (mezzo diaframma in meno) e una costruzione meno raffinata e "sostanziosa" (fa comunque impallidire i "cinquantini" entry-level moderni); dove non paga affatto è nelle prestazioni. Usabile da un bordo all'altro già a f/2.8, con la caratteristica planeità di campo che porta nel nome, ha come principali difetti una certa aberrazione cromatica longitudinale a tutta apertura, una distorsione non proprio trascurabile (ma solo il Sigma Art fa meglio) e la resa dello sfocato meno piacevole del gruppo.

Sigma 50 f/1.4 Art HSM
800-pound gorilla.
Ok, non sono 800 libbre, ma 815 grammi sì. Grosso e pesante; ma non è materiale sprecato.
Usabile sull'intero fotogramma già a tutta apertura, diventa inappuntabile da f/2; che non è dire poco.
Di tutti gli obiettivi provati finora ha la distorsione minore, quasi impercettibile nell'uso pratico; ha anche la migliore illuminazione ai bordi, con un calo di luminosità visibile solo a tutta apertura.
Bella anche la resa dello sfocato. Ed è perfino autofocus!
Troppo ingombrante e pesante per i miei gusti; ma questa è davvero faccenda personale.